Forum AIC

Nell’ambito del 9° Forum EUSAIR che si è svolto a Sebenico il 15 e 16 maggio 2024, il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionioha organizzato la tavola rotonda dell’Iniziativa Adriatico-Ionica  intitolata Affrontare le sfide dei trasporti nella regione adriatico-ionica, in presenza e con diretta streaming su YouTube. L’evento è stato seguito da una trentina di partecipanti sul posto.

I trasporti e la connettività sono essenziali per lo sviluppo economico, poiché favoriscono una migliore integrazione regionale e migliorano le relazioni tra vicini. La regione adriatico-ionica si trova ad affrontare sfide cruciali in materia di trasporti, che richiedono un’azione immediata per semplificare il flusso di merci attraverso i valichi di frontiera tra l’UE e i Balcani occidentali.  La lentezza della circolazione delle merci pone ostacoli crescenti alle imprese, evidenziando l’urgente necessità di miglioramenti delle infrastrutture e di un maggiore coordinamento. I ritardi all’attraversamento delle frontiere non solo interrompono le catene di approvvigionamento, ma comportano anche rischi per la sicurezza e minano l’efficienza complessiva dei trasporti. Tale situazione ha notevoli effetti negativi a catena non solo per il commercio tra l’Unione Europea e i Balcani occidentali, ma anche per il commercio tra gli Stati membri dell’UE che attraversano la regione in transito.

La revisione in corso delle normative UE relative alla rete transeuropea di trasporto (TEN-T) oltre i confini dell’Unione e la recente adozione degli obiettivi delineati nella strategia dell’UE per una mobilità sostenibile e intelligente sottolineano l’importanza di aumentare la quota del trasporto ferroviario e di stabilire migliori collegamenti multimodali. La tavola rotonda, organizzata dal Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, vuole rispondere alle preoccupazioni degli stakeholder dell’Area, che sollecitano i decisori politici ad attivarsi per accelerare e facilitare la circolazione delle merci attraverso il territorio UE e Balcani occidentali ai valichi di frontiera nella regione adriatico-ionica.

A moderare la discussione è stato il Prof. Pierluigi Coppola che ha ringraziato l’Iniziativa Adriatico-Ionica per il suo prezioso ruolo nel coinvolgere le parti interessate. Ha sottolineato l’importanza di connettere le esigenze della società con i decisori politici per garantire uno sviluppo regionale efficace e inclusivo.

L’Ambasciatore Fabio Pigliapoco, direttore del Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico-Ionica ha sottolineato l’importanza delle tavole rotonde come strumento fondamentale dell’iniziativa.

Mirjana Čagalj, Vicepresidente per l’edilizia, i trasporti e la connettività, Camera dell’economia croata

Problemi con i corridoi TEN-T: è stata sottolineata la necessità di finanziamenti aggiuntivi per i collegamenti e le strutture dei corridoi della rete transeuropea di trasporto (TEN-T). L’inclusione della Croazia in quattro corridoi TEN-T – Mediterraneo, Reno-Danubio, Baltico-Adriatico e Balcani occidentali-Mediterraneo orientale – rappresenta un’opportunità per il paese di diventare un centro logistico per l’Europa sudorientale. Sottolineando l’importanza delle infrastrutture per i combustibili alternativi e la digitalizzazione, ha evidenziato il ruolo significativo del porto di Fiume nel corridoio Baltico-Adriatico. La rivitalizzazione dei porti di Zara, Sebenico e Spalato è essenziale, poiché la loro capacità di carico è sottoutilizzata a causa degli scarsi collegamenti ferroviari. Entro il 2050, le politiche dell’UE mirano a far sì che il 70% delle merci venga trasportato su rotaia, riducendo le emissioni di CO2 e promuovendo lo sviluppo sostenibile. Il miglioramento della rete ferroviaria migliorerà anche le condizioni del trasporto passeggeri. È fondamentale preparare l’infrastruttura ferroviaria, comprese le dimensioni di tunnel e ponti.

Benefici dai fondi UE per lo sviluppo delle infrastrutture: la Croazia ha in programma importanti progetti quali il rinnovamento della rete ferroviaria entro il 2035, che coprirà 800 km di ferrovie con un investimento di 6,2 miliardi di euro. Inoltre, i progetti finanziati dalla Banca Europea per gli Investimenti prevedono la riapertura di 400 km di reti ferroviarie internazionali, locali e regionali non ammissibili ai fondi UE. È inoltre prevista la modernizzazione di due corridoi internazionali, RH1 (Slovenia-Serbia) e RH2 (Rijeka-Ungheria). Tuttavia, tutti questi progetti sono attualmente in ritardo.

Sfide e cooperazione: la cooperazione con la Camera di commercio serba è fondamentale per affrontare i problemi di attraversamento delle frontiere. Accorciare la catena di approvvigionamento e rafforzare i trasporti tra Serbia e Croazia è vitale per entrambe le economie. Un’iniziativa della Camera dell’economia croata (CCE) e della Camera di commercio e dell’industria serba (CCIS) mira ad adottare misure urgenti da parte dei governi nazionali e della Commissione europea per accelerare e facilitare il flusso di merci ai valichi di frontiera nella regione. I lunghi tempi di attesa ai valichi di frontiera serbo-croati, che spesso superano le 24 ore, richiedono miglioramenti e controlli più rapidi alle frontiere per merci e persone. Occorre inoltre accelerare le procedure di ispezione e controllo ai valichi di frontiera ferroviari.

Aleksandar Radovanovic, Direttore del Centro per la Cooperazione Regionale, Camera di commercio e industria della Serbia

Qual è la visione del Centro per la Cooperazione Regionale sull’impatto potenziale delle estensioni della rete TEN-T nei Balcani occidentali sul commercio regionale e sulla logistica?

Il Centro per la Cooperazione Regionale riconosce l’impatto significativo che l’estensione della rete TEN-T ai Balcani occidentali potrebbe avere sul commercio e sulla logistica regionali. L’integrazione dei Balcani occidentali nella rete TEN-T rappresenta un riconoscimento cruciale del collegamento tra l’UE e questa regione, essenziale per l’integrazione della Serbia e dei Balcani occidentali nell’Unione europea. Questa integrazione apre possibilità di finanziamento di progetti infrastrutturali volti a risolvere problemi di frontiera, migliorare il trasporto stradale e, in particolare, potenziare le reti ferroviarie.

Circolazione delle merci e connettività: La circolazione delle merci e la connettività sono vitali per l’integrazione economica della Serbia e dei Balcani occidentali con l’UE. Il miglioramento delle infrastrutture faciliterà rotte commerciali più agevoli ed efficienti.

Problemi di attraversamento delle frontiere: Uno dei problemi critici da affrontare è la significativa perdita di tempo ai valichi di frontiera, in particolare tra Croazia e Serbia. I valichi di frontiera stradali tra Serbia e Croazia sono particolarmente problematici e comportano notevoli costi diretti. Ogni camion subisce una perdita di 5 euro all’ora, il che comporta una perdita annua stimata di circa 800 milioni di euro a causa dei lunghi tempi di attesa. In media, i camion aspettano 10 ore alle frontiere, con picchi che in alcuni casi arrivano fino a 36 ore.

Investimenti nelle ferrovie: Da tempo si registra una mancanza di investimenti sistematici nelle infrastrutture ferroviarie, che ha reso molte infrastrutture esistenti inutilizzabili e inefficienti. Inoltre, non tutte le merci possono essere scambiate tramite ferrovia a causa di restrizioni come le ispezioni fitosanitarie, che spesso sono possibili solo tramite il trasporto su strada. Il Centro sottolinea la necessità di investimenti nelle infrastrutture ferroviarie per collegare il Nord Italia con i Balcani occidentali, estendendosi attraverso la penisola fino alla Grecia e collegandosi con Istanbul e il Medio Oriente.

Appello per gli investimenti: Il Centro invita i governi nazionali e l’UE a investire in progetti infrastrutturali per migliorare la connettività e affrontare i problemi dei valichi di frontiera. Questi investimenti sono fondamentali per migliorare l’efficienza delle rotte commerciali e ridurre le perdite economiche subite a causa dei lunghi tempi di attesa alle frontiere.

Nel complesso, il Centro per la Cooperazione Regionale spera che i Balcani occidentali siano attivamente coinvolti nella risoluzione di questi problemi per garantire una migliore integrazione e connettività con l’UE, favorendo in definitiva lo sviluppo commerciale e logistico regionale.

Quali sono le principali sfide e opportunità per le imprese in Serbia?

Una delle sfide principali per le imprese in Serbia è la significativa carenza di conducenti in tutti i settori. Questa carenza incide gravemente sull’efficienza e sull’affidabilità dei servizi di trasporto. Inoltre, gli ostacoli amministrativi, come le normative in continua evoluzione, creano ulteriori difficoltà. Una norma particolarmente restrittiva è la limitazione per gli autisti provenienti dai Balcani occidentali, ai quali è consentito lavorare solo 180 giorni all’anno nei servizi di trasporto bilaterali, limitando di fatto la loro produttività a metà anno.

Nonostante queste sfide, ci sono numerose opportunità. L’armonizzazione delle normative nazionali con gli standard dell’UE offre vantaggi significativi. Questo allineamento non solo migliora gli standard di qualità dei servizi di trasporto, ma offre anche alle imprese serbe un migliore accesso al mercato europeo dei trasporti. Un’altra opportunità promettente risiede nel miglioramento dell’efficienza dei trasporti. Ad esempio, ridurre i tempi di attesa ai controlli alle frontiere di sole tre ore potrebbe potenzialmente aumentare il PIL dei Balcani occidentali del 3% nel medio termine, con alcuni paesi che potrebbero registrare tassi di crescita ancora più elevati.

Migliorare la qualità, la sicurezza e l’affidabilità dei servizi di trasporto riducendo al tempo stesso i costi può aumentare significativamente la competitività e attrarre maggiori investimenti. Il trasporto intermodale, che integra porti, ferrovie e strade, rappresenta uno degli ambiti con le maggiori potenzialità. L’espansione delle strutture terminalistiche e il miglioramento dei collegamenti portuali possono migliorare notevolmente l’efficienza dei trasporti. Inoltre, è fondamentale investire nei collegamenti ferroviari. Attualmente, la Serbia ha solo una linea ferroviaria internazionale tra Belgrado e Bar, senza altri collegamenti internazionali con città come Trieste, Salonicco e altre regioni vicine. L’espansione e il miglioramento di questi collegamenti è vitale per l’integrazione regionale e lo sviluppo economico.

Affrontare queste sfide e sfruttare le opportunità richiede l’attenzione sia dei governi nazionali che delle istituzioni europee. L’attuazione di misure urgenti per risolvere le questioni relative alle frontiere e gli investimenti in infrastrutture critiche sosterranno i trasporti senza soluzione di continuità e favoriranno la crescita economica in Serbia e nella più ampia regione dei Balcani occidentali.

Saša Subotic, Consulente esperto, Settore dei trasporti e delle comunicazioni, Camera dell’economia croata

Quali misure potrebbero essere intraprese per garantire spostamenti senza interruzioni sulle infrastrutture di trasporto esistenti e qual è il ruolo delle Camere dell’Economia per facilitare meglio la collaborazione tra le parti interessate dell’area?

In Croazia la questione principale non è la disponibilità dei fondi ma la forza lavoro ai valichi di frontiera, sia in termini di numeri che di competenze. In Croazia esiste una legge che impone il pensionamento di due dipendenti pubblici per ogni nuova assunzione. Ciò porta a una significativa perdita di personale esperto, lasciando i nuovi assunti impreparati e “persi”. La Camera dell’Economia croata sta attivamente esercitando pressioni sul governo affinché modifichi questa legge per mantenere una forza lavoro qualificata e adeguata alle frontiere.

Un altro grosso problema è lo stato delle infrastrutture, che spesso è inadeguato. L’aggiornamento di queste infrastrutture richiede molto tempo, in genere dai 4 ai 5 anni, anche solo per iniziare i lavori. I ritardi non solo allungano i tempi di realizzazione ma aumentano anche i costi.

Negli ultimi anni sono stati stanziati diversi miliardi di euro per il potenziamento della rete ferroviaria esistente e realizzazione di nuove linee in Croazia. Importanti investimenti vengono effettuati anche nei porti, in particolare nel porto di Fiume, che riceve sia fondi pubblici che investimenti privati ​​da aziende come Maersk. Si prevede che questi investimenti stabiliranno collegamenti diretti tra Croazia, Asia e Africa, aumentando significativamente il volume dei container che transitano attraverso il porto.

Nei prossimi anni, si prevede che il commercio con l’Africa e l’Asia crescerà in modo esponenziale. Ciò richiederà un aumento della forza lavoro in settori come porti, dogane e ispezioni. Tuttavia, questa crescita può essere raggiunta solo se i lavoratori possiedono le capacità e le competenze necessarie.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale attuare meglio coordinamento e organizzazione tra gli enti di settore esistenti. Ad esempio, la sincronizzazione degli orari di lavoro dei servizi di ispezione della polizia di frontiera croata e dei servizi doganali potrebbe migliorare l’efficienza.

Infine, ci sono anche notevoli difficoltà negli appalti pubblici. Spesso il problema non è trovare i soldi ma spenderli in modo efficace ed efficiente. Le Camere dell’Economia svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere politiche migliori, garantire la disponibilità di forza lavoro qualificata e facilitare la collaborazione tra le parti interessate per migliorare le infrastrutture e l’efficienza operativa.

A quali azioni chiave deve essere data priorità per massimizzare la connettività nella regione adriatico-ionica? 

Sistema di gestione dei trasporti: In primo luogo, la Croazia deve sviluppare un moderno sistema di gestione dei trasporti. L’attuale rete ferroviaria è obsoleta e priva di un sistema di gestione che soddisfi le richieste e gli standard attuali, con conseguenti notevoli ritardi nei trasporti. Ad esempio, per viaggiare in treno da Zagabria a Sebenico ci vogliono in media 12 ore. L’implementazione di un sistema di gestione dei trasporti efficace consentirebbe un migliore controllo e coordinamento, che è essenziale prima di affrontare le questioni di interoperabilità.

Interoperabilità e coordinamento: I Balcani occidentali dispongono già di una valida rete per il trasporto stradale, ma ciò che serve è un migliore coordinamento. In Croazia, la bassa velocità dei treni non è dovuta alle cattive condizioni dei binari – possono supportare velocità fino a 160 km/h – ma a problemi di gestione e comunicazione. Inoltre, molte linee sono a binario unico e devono essere raddoppiate per migliorare l’efficienza.

Terminal intermodali e connettività portuale: Con la creazione del terminal intermodale Maersk a Fiume, ci sarà un aumento significativo del traffico di container attraverso il porto. Tuttavia, è necessario affrontare alcune sfide. Ad esempio, attualmente, i treni merci lunghi devono essere smontati e rimontati in un luogo vicino prima di poter essere inviati da o verso Fiume. Questo processo è inefficiente e aumenta il traffico stradale. Pertanto, è fondamentale migliorare la connettività ferroviaria con la Slovenia e l’Italia. I porti di Fiume, Capodistria e Trieste dovrebbero lavorare insieme anziché competere, poiché servono lo stesso mercato.

Sicurezza informatica e archiviazione dei dati: Un altro aspetto importante è migliorare la sicurezza informatica nel settore dei trasporti. Manca la capacità di archiviazione dei dati, essenziale per gestire i moderni sistemi di trasporto in modo sicuro ed efficiente.

Nel complesso, le azioni a cui dare priorità includono:

  1. Sviluppare un moderno sistema di gestione dei trasporti per migliorare l’efficienza e il coordinamento.
  2. Migliorare l’interoperabilità e raddoppiare le linee a binario unico per aumentare la capacità ferroviaria.
  3. Migliorare la connettività tra porti e ferrovie, in particolare tra Fiume, Capodistria e Trieste.

Investire nella cyber security e nella capacità di archiviazione dei dati a supporto dell’infrastruttura digitale delle reti di trasporto.

Francesco Baldelli,  Assessore alla viabilità, infrastrutture, governo del territorio, lavori pubblici, politiche per la montagna e le aree interne, Regione Marche

Quali sono le iniziative e gli investimenti specifici previsti dalla Regione Marche per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto nella Regione Adriatico-Ionica?

La Regione Marche riconosce l’importanza strategica del Mar Mediterraneo come infrastruttura naturale in grado di facilitare il dialogo e la connettività tra la regione dei Balcani e l’Europa occidentale. L’Italia, situata al centro del Mediterraneo, gioca un ruolo cruciale in questa connettività.

Nelle Marche e ad Ancona si stanno realizzando investimenti significativi in ​​infrastrutture strategiche che avvantaggiano non solo l’Italia ma anche il sistema europeo più ampio. Sono stanziati complessivamente 5 miliardi di euro per migliorare l’accessibilità e il transito nel Centro Italia, concentrandosi sulle seguenti infrastrutture chiave:

  1. Porto di Ancona: Gli investimenti sono finalizzati a potenziare la capacità e l’accessibilità del porto, rendendolo un hub critico per la macroregione adriatico-ionica e per il sistema europeo.
  2. Interporto delle Marche (Jesi): questo terminal merci intermodale sarà migliorato per soddisfare meglio le esigenze logistiche della regione.
  3. Aeroporto di Ancona – Falconara: I miglioramenti all’aeroporto garantiranno che supporti la connettività e l’integrazione della macroregione con il resto dell’Europa.

Parte di questi investimenti sono specificatamente destinati a migliorare l’accesso alla macroregione adriatico-ionica, evidenziando i seguenti progetti:

  • Potenziamento del porto di Ancona: aumentare la sua capacità di movimentare più merci e migliorare le sue capacità logistiche.
  • Linea ferroviaria ad Alta Capacità e Alta Velocità tra Ancona e Roma: questo progetto collegherà Ancona con Roma e il porto di Civitavecchia sul Mar Tirreno, facilitando trasporti più rapidi ed efficienti.
  • Collegamento stradale E78 Fano-Grosseto: questa strada collegherà il porto di Ancona e le infrastrutture delle Marche con il porto di Livorno e altri porti toscani, migliorando la connettività est-ovest in tutto il centro Italia.

Inoltre, la Regione Marche è impegnata a rafforzare la cooperazione con le coste orientali adriatiche e ioniche. Ciò include l’intensificazione delle relazioni e l’aumento degli investimenti per favorire lo sviluppo e l’integrazione regionale.

Queste iniziative e investimenti sottolineano il ruolo strategico delle Marche nel potenziare le infrastrutture di trasporto della Regione Adriatico-Ionica, nel promuovere la crescita economica e nel facilitare la connettività senza soluzione di continuità nel più ampio contesto europeo.

A quali azioni chiave deve essere data priorità per massimizzare la connettività nella regione adriatico-ionica?

Le crisi regionali pongono sfide significative ai nostri interessi economici e al dialogo. Dobbiamo sollecitare l’Europa ad aumentare gli investimenti infrastrutturali, non solo per l’Italia ma per l’intera macroregione e per l’Europa nel suo insieme, che va vista sempre più come un sistema di valori e di relazioni tra popoli diversi che si rispettano e si connettono. Ciò è essenziale per aggirare le pericolose crisi regionali scoppiate nel cuore dell’Europa e nei principali corridoi di trasporto.

L’Europa meridionale offre un’opportunità significativa per il Nord Europa, l’Africa e il Medio Oriente. Rappresentiamo il corridoio di trasporto sicuro di paesi che dialogano e condividono le proprie infrastrutture strategiche. Gli investimenti nel porto di Ancona da parte delle Marche, ad esempio, portano benefici a tutta la macroregione. Proponiamo all’UE la creazione di un corridoio che non solo si estenda verso nord ma colleghi anche la penisola iberica ai Balcani, riducendo i tempi di trasporto.

Siamo un’Europa diversificata nella composizione, ma condividiamo un interesse comune a competere insieme a livello globale. Dobbiamo sfruttare questa situazione e proporre all’UE rapidi investimenti nei nostri paesi. La creazione di corridoi non dovrebbe favorire solo il Nord Europa ma anche il Sud Europa.

In sintesi, le azioni chiave a cui dare priorità sono:

  1. Esortare l’UE ad aumentare gli investimenti infrastrutturali per migliorare la connettività e la stabilità nella regione.
  2. Sviluppare corridoi di trasporto che colleghino l’Europa meridionale con l’Europa settentrionale, l’Africa e il Medio Oriente.
  3. Promuovere l’uso di infrastrutture strategiche condivise tra i paesi per facilitare il dialogo e la cooperazione.
  4. Proporre nuovi corridoi che colleghino la penisola iberica ai Balcani, riducendo i tempi di trasporto.
  5. Porre l’attenzione sul fatto che gli investimenti nelle infrastrutture dei Balcani portano benefici all’Italia e all’Europa nel suo complesso, favorendo un approccio unitario allo sviluppo delle infrastrutture.

Dejan Lasica,  Coordinatore delle politiche ferroviarie, Segretariato Permanente della Comunità dei Trasporti

Qual è la situazione attuale dello sviluppo delle infrastrutture di trasporto nei Balcani occidentali?

L’attuale sviluppo delle infrastrutture di trasporto nei Balcani occidentali deve affrontare numerose criticità, in particolare nel settore ferroviario. Questi problemi non si limitano alle infrastrutture ma si estendono anche alle sfide della forza lavoro.

Uno dei problemi principali non è la mancanza di manutenzione o finanziamenti, ma la carenza di risorse umane. La Comunità dei Trasporti ha recentemente lanciato un bando pubblico per istituire il Centro di Eccellenza Ferroviaria Regionale. Questo centro non sostituirà le scuole ma rappresenterà un hub di formazione per l’attuale personale delle aziende di trasporto e ferroviarie. Per affrontare queste sfide, è essenziale rendere il settore ferroviario attraente per i giovani che iniziano la loro attività lavorativa. Dato che il settore ferroviario è prevalentemente pubblico, è necessaria una riforma del settore pubblico, partendo dall’istruzione ed estendendosi alla gestione delle aziende pubbliche.

Negli ultimi 20 anni sono stati investiti più di 20 miliardi di euro nei Balcani occidentali in infrastrutture ferroviarie. Tuttavia, la velocità media del trasporto ferroviario rimane pari a 50 km/h, la stessa di 20 anni fa. Ciò indica che questi investimenti non hanno prodotto i risultati sperati, principalmente a causa della mancanza di personale qualificato.

Attualmente sono 15 i progetti infrastrutturali in corso nei Balcani occidentali, per un investimento complessivo di circa 7,5 miliardi di euro. I nuovi corridoi dei Balcani occidentali rappresentano un’importante opportunità per lo sviluppo della regione, che coinvolge otto Stati membri dell’UE e sei Stati dei Balcani occidentali. Le questioni principali includono:

  1. Sfide della forza lavoro: Il problema principale è la carenza di lavoratori qualificati. Si stanno compiendo sforzi per affrontare questo problema attraverso iniziative come la creazione del Centro regionale di eccellenza per formare il personale attuale.
  2. Attrarre giovani talenti: È necessario rendere il settore ferroviario più attraente per i giovani professionisti. Ciò comporta la riforma del settore pubblico e il miglioramento dell’istruzione e della formazione per le carriere ferroviarie.
  3. Investimenti inefficaci: Nonostante i notevoli investimenti finanziari degli ultimi due decenni, la velocità media del trasporto ferroviario non è migliorata. Ciò sottolinea la necessità di una migliore pianificazione e utilizzo delle risorse.
  4. Progetti in corso e futuri: Sono in corso diversi progetti volti a migliorare le infrastrutture, che rappresentano un’opportunità fondamentale per la crescita economica e la connettività della regione.

Lo sviluppo dei nuovi corridoi dei Balcani occidentali è particolarmente promettente, poiché mira a migliorare l’integrazione e la connettività tra l’UE e i Balcani occidentali, favorendo lo sviluppo economico e riducendo i tempi di transito.

Quali sono le vostre conclusioni, dopo tutte le considerazioni discusse durante la tavola rotonda?

Il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria è emerso come punto centrale del dibattito:

Ottimizzazione dell’infrastruttura

È stato evidenziato come anche un modesto aumento della velocità sulla linea comporta un costo notevole e il tempo risparmiato non è sufficiente a giustificare la spesa. Invece, una diminuzione dei tempi di attesa ai posti di controllo alle frontiere presenta costi nettamente inferiori, per la stessa quantità di tempo che si risparmierebbe con interventi strutturali sulla linea. Il tempo medio di attesa ai posti di controllo per i treni passeggeri è di 35 minuti. Gli sforzi di collaborazione tra le forze dell’ordine e le autorità di frontiera potrebbero semplificare e velocizzare questi processi, risparmiando così tempo e risorse.

Collaborazione regionale: Sono stati sottolineati esempi positivi di cooperazione, come gli accordi tra Albania e Montenegro per semplificare i controlli alle frontiere. L’importanza di aumentare la cooperazione regionale, anche con i paesi membri dell’UE e migliorare l’azione coordinata tra le parti interessate, comprese le istituzioni accademiche.

Bisogna dare prioritaria importanza alla manutenzione della rete esistente, ancor prima di intraprendere nuovi progetti infrastrutturali. Questo approccio pragmatico può garantire la sostenibilità e l’efficienza dei sistemi ferroviari nella regione.

Gino Sabatini, Presidente Forum AIC – Presidente Camera di Commercio delle Marche, 

Conclusioni

Bisogna sottolineare il legame cruciale tra il sistema economico della Regione Adriatico-Ionica e l’efficienza delle sue infrastrutture di trasporto. Un trasporto senza intoppi di merci e persone è essenziale per lo sviluppo economico e la coesione sociale nella regione, soprattutto di fronte alla crescente concorrenza globale.

L’aggiornamento della rete TEN-T con l’introduzione del nuovo corridoio europeo dei Balcani occidentali e del Mediterraneo orientale è di primaria importanza. Questi sviluppi offrono opportunità per migliorare i collegamenti con i mercati europei, rafforzare la centralità del Mare Adriatico e creare nuove prospettive commerciali per le imprese locali.

Tuttavia, la realizzazione di questo potenziale richiede non solo investimenti nelle infrastrutture ma anche una stretta cooperazione tra i paesi per affrontare le barriere fisiche e non fisiche al commercio. Ciò include la semplificazione delle procedure doganali, l’armonizzazione della legislazione e lo sfruttamento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare l’efficienza ai valichi di frontiera.

Un altro elemento fondamentale è rappresentato dall’adozione di norme e regolamenti comuni per ridurre la complessità delle procedure doganali e consentire catene logistiche più efficienti lungo i corridoi. Inoltre, rappresenteranno sempre più un nodo importante nel tema dei trasporti le misure ICT come le piattaforme digitali e gli standard di scambio elettronico di dati come EDIFACT, nell’ottimizzazione dei tempi di controllo doganale e nel miglioramento della visibilità e della sicurezza lungo le rotte di trasporto.

In conclusione, è necessario sfruttare gli investimenti nelle reti transeuropee di trasporto per migliorare la connettività nella regione adriatico-ionica. Le infrastrutture da sole non sono sufficienti e bisogna affrontare le barriere operative e amministrative per sostenere lo sviluppo di uno spazio unico dei trasporti integrato. La collaborazione e l’impegno tra i paesi sono essenziali per sfruttare appieno il potenziale economico della regione.

Come risultato tangibile dell’evento, ci sarà l’istituzione di un gruppo di lavoro dedicato ad amplificare le voci delle parti interessate sulle questioni relative ai trasporti nella regione dell’AI. Il professor Coppola, coordinatore del pilastro 2 “Connettere la regione”, si è espresso pronto a incorporare il contributo di questo gruppo di lavoro appena format all’interno del gruppo direttivo tematico (TSG) dei trasporti EUSAIR. Questo sforzo di collaborazione favorirà il dialogo e l’azione continui per affrontare le sfide e le opportunità dei trasporti nella regione adriatico-ionica.


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